La lezione inascoltata di Tiziano TERZANI.  “ Quel mattino alle 9 circa, un amico mi aveva telefonato: “accendi la televisione!”. Vidi in diretta il secondo aereo esplodere! Pensai :”questa è una nuova guerra!”. Restai davanti alla BBC e alla CNN. Per ore. Poi uscii nel bosco. Le castagne cominciavano a maturare; le prime nebbie a salire dalla valle. La natura era disinteressata ai nostri drammi, come se non contassimo niente. Da quell’orrore che tutto il mondo aveva visto- mi venne in mente- l’uomo avrebbe preso coscienza per ripensare tutto: i rapporti fra Stati, fra religioni, i rapporti con la natura, fra le persone. Era la tragica occasione per fare un esame di coscienza, accettare le nostre responsabilità, fare finalmente un salto di qualità nella nostra concezione di vita. Le cause delle guerre sono dentro di noi, in passioni come il desiderio, la paura, l’insicurezza, l’ingordigia, l’orgoglio, la vanità. Fermiamoci ! immaginiamo il momento di ora dalla prospettiva dei nostri pronipoti! Capiamo che il mondo è uno, che è possibile rimpiazzare la logica della competitività con l’etica della coesistenza! che nessuno ha il monopolio di nulla! Il cammino è lungo e tutto da inventare. Ognuno di noi può fare qualcosa!.”
Col computer e la borsa dei farmaci Tiziano, già malato di tumore, partì per l’Afganistan, dove i B52 statunitensi avevano iniziato a bombardare. Scrisse i suoi articoli da Kabul, Peshawar, Quetta, Delhi… Rispose a j quelli di Oriana Fallaci, che anche lei da New York, già malata, aveva visto tutto. Stremato Tiziano tornò nella sua “gompa”, il suo pezzetto di Himalaya, ad Orsigna, dove scrisse: “Lettere contro la guerra”, il suo testamento morale al mondo. I potenti non le hanno lette e non avrebbero comunque voluto capirle.
Sentivo aleggiare attorno lo spirito di Tiziano, quando anni dopo Folco, il figlio, mi diede l’onore di accompagnami nella “gompa”, ad Orsigna, dove era morto. Inascoltato profeta. Vostro Ennio