Buon lunedì amici. Talora chissà Chi, cosa mi spinge talora a salire sull’Astronave?  Come ieri, ascoltando Messa nella borgata di  Zanni, a Pescara. “Sudati, appicaticci”,  ha iniziato don Cristiano, con tono suadente, forse studiato, certo efficace. Mi dà  sementi che aiutano a guidare, la mia sbandante navicella. Forse un po’ a tutti, la propria. Lo aiuta il pezzetto di paradiso dove celebra il viaggio più lungo e corto: la  vita.  Grilli e cicale  accompagnano  Tony  che con chitarra canta le litanie. Il sole filtra tra pini e  bouganville. Un tronco d’albero morto rivive da “altare”. Una palma  scuote,  come un parrucchino in testa, ciuffi di nuove piante. Su sedie colorate si siedono e  alzano, quasi a ritmo di cuore insieme, nonni, mamme, bambini. Qualche cane, al guinzaglio o libero, guaisce  come pregasse anche lui.  Dall’oblò osservo. Ascolto il Vangelo: la parabola della moltiplicazione dei pesci. Don Cristiano spiega “non c’è ne sono..ma Lui dice fermatevi, sedetevi. Abbiate fede“. Si fa sera. L’ultima carezza di sole accompagna l’Eucaristia: lì , sembra meno mistero. Scendo dall’astronave. Ciascuno,  rimette  a posto le sedie. Non vedo più don Cristiano, lascio in sacrestia  il pensiero portato per lui. Riesco. Eccolo è tornato in cortile, in pantaloncini, circondato da fans.

“..Ciao, don,  ti ho lasciato  un inciampo: Il Vangelo secondo Gesù, di Josè Saramago, il premio nobel, ateo sino all’ultimo”.

“Grazie, sai che  mi piacciono gli inciampi. Ma tu, Ennio, fermati un po‘”.

Mi piacerebbe, non ho molto tempo. Tu si’ guaglione. Ti prego, Leggi il libro,  con umiltà” .  Il termine sembra colpirlo.

In auto tornando a casa,  mi dico: ” Ha ragione, dovrei fermarmi un pò“.

Poi penso che anche Lui non si incazzò  contro mercanti del tempio, contro chi fa scandalo di bambini, contro scribi e farisei. Vado avanti. Chissà non si possa presentare lì il libro di Palatucci ultimo Questore a Dachau. Le cicale accompagnerebbero  Tony che canta la canzone di Agostino;  e Giovanni e Nazareno  farebbero capolino tra i pini. Prima che arrivi il “coccodrillo“. Buona settimana, amici. Vostro Ennio