Mario ALMERIGHI oggi era con noi , nell’Aula Occorsio del Tribunale penale di Roma, dove tanti colleghi, amici, estimatori, ne ricordavano la statura professionale e morale in una giornata di studio dal tema: “dal diritto vigente al diritto vivente”: titolo quanto mai indovinato per Mario che ha applicato le norme con la vita costituzionalmente più vera . Grazie alla Famiglia per averci permesso di rendergli un omaggio affettuoso di gratitudine e amicizia. Nei primi anni ’70 ci eravamo conosciuti a Genova, io alla “Mobile” , “carbonaro per la riforma democratica di polizia”, Lui “ pretore d’assalto”, come vennero chiamati lui e i colleghi Sansa e Brusco. Indagava, con bravi ufficiali della Guardia di Finanza, sul potente ambiente dei petrolieri, che lucravano sull’oro nero, anche con corruzioni e mazzette: di fatto la prima tangentopoli. Diventammo amici! Ebbe tanti estimatori, ma anche detrattori. Una giornalista gli tese una trappola-intervista quand’era presidente della ANM. Si dimise. La sua carriera fu ostacolata, sin alla fine. Ci ritrovammo poi Roma. Sempre cercatore di verità, volle scavare nella morte dell’ispettore Donadoni, scoprendo che era stato ucciso da “fuoco amico”, non dai sequestratori di Soffiantini. Mi confidò che l’unica persona che aveva stimato in quell’indagine era stato Nicola Calipari, che per la sua collaborazione, sarebbe stato messo dal Capo della Polizia nelle condizioni di dovere lasciare la Polizia di Stato, che amava. Pieni di ideali e lividi, ci incontravamo spesso nelle scuole, per trasmettere ai giovani memoria e legalità. Ha lasciato libri su casi scottanti da lui trattati, da Calvi ai “suicidi” Castellari, Cagliari, Gardini. Lo rivedo ancora mentre anni fa nel Teatro Argentina, gremito di giovani, durante una farsa teatrale, da lui scritta, ricordava la struggente gita in barca fatta col collega Ciaccio Montaldo, assassinato dalla mafia collusa con un magistrato-giuda.
Caro Mario, é stato per me un grande onore conoscerti. Ora nel centro cosmico di giustizia, sorridi con Giovanni Falcone, “Ciaccio” Montaldo, Borsellino, Caponnetto, Livatino, Alessandrini, Occorsio, Amato.( Dio mio quanti sono..!), mentre Donadoni ti ringrazia, e Sandro Pertini, tuo grande estimatore, ti stringe la mano. Grazie Presidente Mario Almerighi, magistrato, uomo tutto di un pezzo, amico e maestro. Mi ha commosso la dedica fattami sul tuo libro oggi da tua figlia Valeria, che ti somiglia tanto, sul libro Ennio