Dopo l’ennesima sparatoria in un supermercato di ieri in Colorado, con dieci uccisi da parte di un giovane, che pare avesse comprato un fucile d’assalto con facilità in pochi giorni, riporto questo “frammento di memoria” liberamente leggibile sul mio sito nel libro un Commissario: “Nel 1989, nell’Ufficio ONU a Vienna, durante l’incontro del gruppo di lavoro sul “Protocollo firearms” aggiuntivo alla “Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale”, prendendo spunto dalla strage avvenuta giorni prima in una Scuola statunitense, ero intervenuto auspicando la necessità di una comune regolamentazione che sancisse il principio generale della illiceità senza autorizzazione di acquisto e detenzione delle armi da fuoco. Il delegato USA aveva subito bloccato il dibattito. Terminato l’incontro, il diplomatico, Capo-delegazione dell’Italia, mi invitò non riprendere il discorso. Il collega americano, fuori riunione, aveva poi spiegato, che condivideva quanto dicevo, ma che il possesso libero di armi veniva invocato ( e aveva alzato gli occhi al cielo) nel suo Paese in forza ad un emendamento della loro Costituzione.
P.S. La Convenzione principale,  approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, fu  varata nel dicembre 2000 a Palermo, in onore di Giovanni Falcone, con la presenza del Segretario Generale dell’ONU e di Capi di Stato e Governo. Il Protocollo sulle firearms, non andò in porto. Insomma: Armi come caramelle . Ennio Di Francesco