Non sono stati loro i veri rivoluzionari di cui tutti, specie politici e governanti, abbiamo smarrito il sentiero? Mi è tornato in mente il pensiero che mi sgorgò dal cuore quel 24 gennaio del 1979 (ero  all’Interpol in Francia) quando seppi dell’uccisione di Guido Rossa, operaio “agli alti forni” dell’Italsider a Genova. Chi lo aveva ucciso? Materialmente i terroristi delle “br“, moralmente la solitudine in cui fu lasciato dai “compagni” di fabbrica e sindacato. Avevano deciso in “Consiglio di fabbrica” di denunciare chi fra gli operai distribuiva volantini con la “stella a 5 punte”, istiganti ad uccidere. Al momento della firma, fu solo. Ripensai alle parole scambiate un mattino del 1973, io ” commissario di polizia“, in ordine pubblico, e lui,  metalmeccanico, coi “compagni”, in tuta, che manifestavano. Parlammo. Ci capimmo. Il giorno dopo mi fece giungere in Questura il suo regalo: un “crocefisso” di bulloni e ferro. Quel 24 gennaio del ‘79, scrissi quel ricordo. Per “caso o provvidenza”, nel 2017 attirò l’attenzione di Nazareno Giusti, poliziotto artista che lo disegnò nel fumetto “Guido Rossa, un operaio contro le “br”. – Mi invitò ( ero rientrato a Roma ) a intervenire alla presentazione, in una sala della Camera dei Deputati. Al tavolo Capi della Cgil, Camusso, Epifani, e Damiano..Dissi a quei leader della “sinistra” che lui, Guido Rossa, aveva fatto la vera “rivoluzione”. Questa notte, insonne, ho visto Guido e Nazareno, che nel 2019 ha deciso di raggiungere anche lui “ l’infinito“, a trentanni, “insieme nel crocefisso“. L’ho dato, l’anno scorso. ai genitori di Nazareno. Oggi é sul tavolo dove lui disegnava. Un abbraccio a loro, e a Sabina, la figlia dell’operaio che scala le vette. Ciao Guido, ciao Nazareno. Vostro Ennio