Cari Amici buongiorno e grazie a tutti. A Rocco in particolare, poliziotto il cui messaggio stamane presto: “dottore la ricordo nelle mie preghiere”, si è mescolato con le note di MOZART, in cui miei inquieti pensieri non di rado cercano quiete. Ascoltando, penso al CREATORE che ha ispirato le armonie di questo “genio”, forse massone. Ciò mi riporta al messaggio di mezzanotte di un Magistrato negli anni di piombo, che mi ha subito rimproverato di avere ricordato COSSIGA. Alla mia risposta ( siamo amici, e abbiamo accompagnato il grande storico Peppino DE LUTIIS all’ultima cena) di leggere meglio il mio post, con gli allegati, indirizzato di più al CAPO DELLO STATO. Ha, subito dopo, chiesto scusa. Ringrazio il CREATORE, di avermi voluto così bene da farmi sopravvivere a tante tragedie italiane, in cui miei AMICI “veri” sono stati uccisi. E testimoniare, “per quel che so e ancora posso fare”, direbbe Paolo BORSELLINO. Ho avuto la sorte di conoscere quattro personalità divenute PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA. Tra le note mozartiane, forse per le frequenze ancestrali, mi tornano in mente i loro visi. Sandro PERTINI, col quale mi fece incontrare NICOLA ( non c’è più e mi manca molto, questo Amico, taciturno, saggio, semplice e grande, il cui papà era stato partigiano con “SANDRO”. Con PERTINI comunicammo d’istinto: mi abbracciò: “La seguo da tempo Commissario. Vada avanti”. Ho scritto alcuni ricordi di Francesco COSSIGA, da lui stesso confermati. Era massone? Probabilmente. Certo con lui è entrata un pò di democrazia in polizia! Fu contrastato. Avrebbe voluto ciò anche in Magistratura? Molti ricordano lo sferzante giudizio sul giudice Palamara. Immagino che, uomo contraddittorio coi piedi in una torbida palude, da tormentato cristiano, porti dentro il senso di colpa per l’ epiteto sul “giudice ragazzino” Rosario LIVATINO . Voleva insultarlo? Chissà. Sento, come Gustavo ROLL, che da qualche parte i due ne stiano parlando. Oscar Luigi SCALFARO, volle vedermi dopo che ero stato costretto a lasciare la Polizia. Di fatto si scusò, per non aver compreso le notizie sul mio conto dategli dalla “gerarchia” del Viminale. Una sua sentenza come CAPO DELLO STATO, obbligò l’Amministrazione a riprendermi. Giorgio NAPOLITANO, dopo anni, recuperando il decreto affossato, la rese operativa e potei rientrare: ricominciando ( direbbe Massimo TROISI) da tre. Ma l’Amministrazione è un elefante: nel 2003 mi ha “congedato anzitempo d’ufficio” . Con l’andante finale di Mozart, si mescolano le parole di Marco PANNELLA: “Ennio, nu seme cocce toste abruzzesi, e tineme a murì vivendo!”, lui già alle soglie del confine terreno. Ora guardo, al mio “ricorso” ormai ventennale, vinto in prima istanza al TAR con quattro lapidarie sentenze, ribaltato, ritardato, di cui col mio bravo Avvocato attendiamo la pronuncia finale in Cassazione per adire la “Corte Europea dei diritti dell’uomo”. L’armonia di MOZART, massone, sembra fondersi con la frase di Giovanni FALCONE: “Le idee camminano sulle gambe degli uomini”. Licio Gelli, e il genero magistrato docent. Buon inizio autunno, coerentemente all’augurio scrittomi da Norberto BOBBIO, stanco e vecchio:” Commissario continui, Sia democraticamente vigilante”. Non dubiti Maestro, finché il CREATORE vorrà! Amici, vale anche per Voi. Siete sin da ora invitati alla proiezione de “Il ritorno del piccolo Principe” che sto organizzando per il I° novembre, in sicurezza Covid, nella “SOLITUDINE DELL’UTOPIA” , sperando di coinvolgervi anche in un’iniziativa in nome dell’AMICIZIA. Vostro Ennio