Oggi 6 agosto, sentite il sole alto nel cielo che scalda la pelle! Era alto e cocente anche quel giorno del 1986. Il Commissario dai baffi biondi, Antonino CASSARA’, capo della “Squadra mobile” di Palermo esce dalla Questura nell’alfetta blindata. Ha telefonato alla moglie: “Laura sto arrivando!”. Non vede l’ora di abbracciare la terza figlioletta, nata da poco. Al suo fianco c’è Roberto ANTIOCHIA il fidato agente tornato da Roma dov’ era stato trasferito. Ha rinviato il matrimonio: più forte tornare a Palermo per proteggere “Ninni”. Sono trascorsi nove giorni da quando la mafia ha ucciso Beppe MONTANA, commissario della “Catturandi”, e l’anno prima Boris GIULIANO, il loro Capo. Ora anche “Ninni” è in pericolo. L’auto sfreccia per vie diverse. Chissà a cosa pensa quel ragazzo mentre guardingo, con l’arma vicino, guida l’auto. Ecco, arrivano nel cortile del condominio ove abita “Ninni”. Scendono. Forse fanno in tempo ad alzare lo sguardo verso l’alto. Laura è alla finestra con la piccola in braccio. Nell’ammezzato di fronte implacabili killer aspettano: la “nazionale della mafia” a cui ogni cosca ha dato un proprio attaccante. Nessuno vede e sente. Trecento colpi di kalashnikov! Roberto e “Ninni” sono in una pozza di sangue. Il Commissario si trascina per le scale, crolla sotto l’ennesimo colpo. Il sole si ferma. Per loro, non sorgerà più. L’altro agente Natale MONDO ferito, sarà finito dalla mafia un anno dopo. Laura vede, urla, bussa alle porte. Nessuno apre. Deposta la bimba, potrà solo accarezzare il suo sposo morente. Al mega-processo che BORSELLINO e FALCONE hanno istruito, le sarà vicino una donna esile e potente, Saveria ANTIOCHIA, la mamma di Roberto, volata da Roma per costituirsi parte civile. Grida rabbia al Governo, ai politici imbelli. Cerca nelle gabbie gli occhi dei boss che si abbassano. Che direbbero oggi Ninni, Roberto, Beppe, Saveria, Giovanni, Paolo, e tutti gli altri morti di mafia? Autorità dello Stato, potete parlare? Avete meritato questi “martiri di giustizia” caduti per tutti? La risposta è scritta nel vento. Ciao “Ninni” , amico caro e collega. Tuo Ennio