Ad una preziosa amica di face book, che ringrazio per i suoi quadri e le note di bellezza e pensiero con cui arricchisce tutti, e’ piaciuto ieri questo mio post di alcune estati fa. La ringrazio. L’ho riletto. Mi sono commosso. Lo ricondivido, sentendo dentro la risata alla vita di Tiziano. 23 agosto 2013Nella baita di Tiziano TERZANIUn tardo mattino di agosto mentre guidavo l’auto verso Pistoia ho intravisto l’indicazione “Orsigna”. Virata improvvisa. Seguendo oltre il paese la sbiadita insegna di legno “Al contadino”, salendo chilometri tra boschi e montagna, eccomi dinanzi al piccolo casale Terzani. Un orario indecente, col sole a picco, infuocato. Non un rumore. Furtivo e imbarazzato stavo per andar via, quando nell’aia dietro la casa ho riconosciuto Folco che accudiva un figlioletto in dormiveglia. Ci eravamo conosciuti quasi dieci anni prima a Roma per un evento al teatro Ambra Jovinelli in onore del “babbo”. da poco scomparso. Ci siamo abbracciati. Era lì da qualche giorno con la moglie e i due bambini. Sua mamma Angela stava riposando. Sarebbe ripartito l’indomani per Los Angeles. Che magia per me essere in quel posto. Tutto mi parlava di Tiziano Terzani, maestro di vita e pensiero: il bosco, il suo ippocastano davanti casa, le montagne all’orizzonte che gli avevano ricordato panorami d’oriente. Sentendo la mia commozione, Folco mi ha accompagnato nella vicina piccola baita di legno dove Tiziano aveva costruito il suo pezzo di Himalaya. Che energia infinita emanava: i suoi libri, il suo letto, i suoi kimono, i colorati tappeti. C’era ancora il cartello dove aveva scritto: “vietato l’accesso ai disturbatori“. Da lì era tornato all’eternità.Abbracciai Folco e ripercorsi la via in discesa, felice. Tiziano faceva capolino nel sole tra gli alberi, e mi sembrava di udire ovunque la sua risata alla vita. Ciao Tiziano e grazie! Con Folco nella baita di Tiziano.