Il 15 settembre 1993, alle 22,45, mentre rientrava a casa veniva ucciso padre Pino PUGLISI. Nel link sotto, la parte a Lui dedicata del concerto “Per non dimenticare” organizzata anni fa a Pescara. Direttore dell’orchestra è il maestro Roberto Musso, direttrice del coro Paola Ciolino, i percussionisti sono dei poliziotti. Il brano da me scritto è letto dall’attore Milo Vallone. Segue l’anatema di Papa Giovanni Paolo II° contro la mafia. Il montaggio è dell’amico Stefano Falco.  Sono passati tanti anni! Martire “don Pino PUGLISI” prega per questa povera umanità smarrita.

“Sangue sul Crocefisso”
Ma che cosa temevano loro, “i boss di Brancaccio”, da quel piccolo uomo dai radi capelli argentati? Forse lo sguardo di innocenti certezze dei fanciulli coi pantaloni attoppati che fra mura scalcinate di parrocchia ascoltavano le sue parole d’amore, resistenza e impegno contro il germe mafioso? forse la nuova scintilla di sdegno e disprezzo nello sguardo diverso, delle madri e spose sottomesse e taciturne da sempre ? Temevano ciò i boss che, con “picciotti” svelti di pistole, facevano tremare Brancaccio? Lui, padre Giuseppe Puglisi, piccolo sacerdote dalla voce tuonante nell’esile petto, dall’oscuro pulpito di borgata non cessava di fustigare, pregare, spandere semi di nuova coscienza che attecchivano  con facilità nei cuori dei fanciulli, a fatica in quelli dei vecchi rassegnati ma forse vogliosi di speranza e orgoglio. “Taci” l’avevano già minacciato! Ma lui minuscolo e grande, sempre lì con l’unica arma: il Vangelo. Il fragile prete aveva raccolto nel cuore l’anatema veemente che dalla “valle  dei templi”  Giovanni Paolo II aveva gridato contro la mafia, cancellando ricordi grigi di porporati silenzi e colpevoli assenze. No, non ci sarebbe stato più posto per compiacenti prelati, eminenze Ruffini o don Coppola, che  non testimoniavano la voce di Cristo. Di quel grido divinamente rabbioso lui, umile sacerdote di borgata, aveva fatto vangelo di riscatto per la sua gente, a Brancaccio. Ma ecco, nel nuovo buio degli ulivi, lo sparo: la promessa dell’uomo “d’onore”. Il piccolo prete giace nella tonaca nera mentre un filo di sangue scende  sui capelli ancora più argentei alla vana carezza di luna. Hanno colpito alla schiena senza osare guardarlo nel viso; forse temendo di incrociare per un attimo lo sguardo sicuro, ma misericordioso anche per loro. Forse temendo di restare abbagliati da quel crocefisso brillante sul petto. Ma tu, boss e Caino, anche se riuscissi a fuggire alla legge sarai sempre solo e maledetto, sino a pregare un giorno in ginocchio perdono. Lui sarà sempre con te, con la sua voce più forte. E da domani vecchi e ragazzi, madri e spose, uomini e donne, chiunque entrerà nella povera chiesa dalle pareti sconnesse, a Brancaccio, vedrà sangue su quel Crocefìsso e ascolterà la voce dell’apostolo padre Giuseppe Puglisi”.
http://www.youtube.com/watch?v=IF3WuMRgxMI